I bambini “parlatori tardivi” come dice la parola stessa, sviluppano tardivamente il linguaggio in un’età compresa tra i 24 ed i 36 mesi in assenza di deficit nell’area uditiva, cognitiva, relazionale.
Ma come si identifica un “parlatore tardivo”?
Un parlatore tardivo si identifica valutando alcuni criteri come la dimensione del vocabolario (solitamente è inferiore alle 50 parole differenti) e la mancanza della combinazione di più parole in un enunciato. In presenza di un parlatore tardivo, l’intervento clinico può essere flessibile, ossia calibrato in relazione all’esito della valutazione, alle caratteristiche del contesto familiare, allo stile comunicativo dei genitori e del bambino o può fare riferimento a diversi modelli di intervento.
Tra i modelli più adottati c’è quello INTERACT (Interactive, Naturalistic, Tutorial, Empathic, Recoprocal, Active, Communicative, Tuning) centrato sull’interazione genitore-bambino in cui le capacità comunicative e il linguaggio vengono incrementate attraverso gli scambi conversazionali.
Quando si applica il programma INTERACT
INTERACT è un programma di prevenzione e d’intervento clinico studiato appositamente per bambini “parlatori tardivi” identificati tra i 24 e i 30 mesi d’età. Si basa sull’interazione tra genitore-bambino, rispettando le caratteristiche naturali del processo di acquisizione del linguaggio e si pone come sostegno allo sviluppo comunicativo e linguistico del bambino.
Questo tipo di intervento può essere applicato quando:
a) il linguaggio del bambino è emergente;
b) il bambino produce almeno alcuni atti di tipo richiestivo e/o dichiarativo;
c) il bambino mostra interesse al linguaggio e ha capacità di mantenere, sebbene per poco tempo, interesse per un’attività;
d) il genitore mostra alcuni atti comunicativi responsivi. Il genitore responsivo è centrato e condivide il focus di attenzione del bambino, si lascia guidare dal suo interesse, si pone come struttura di sostegno.
La pratica dell’intervento, che rappresenta un modo per organizzare gli scambi comunicativi tra il genitore e il bambino, è altamente individualizzata per rispecchiare le caratteristiche, i bisogni del bambino e della famiglia.
Il logopedista in questo assume un ruolo fondamentale per lo sviluppo del programma di prevenzione e intervento clinico attraverso una valutazione e un bilancio di tutte le competenze necessarie a sviluppare un profilo comunicativo-linguistico adeguato.