Con la bella stagione aumenta sempre più nei bambini la voglia di giocare all’aria aperta. Ma sono sempre più numerosi i casi di allergia ai pollini che in primavera cominciano ad invadere l’aria provocando fastidiose allergie. Che fare in questi casi?
Quando fare attenzione
I cambiamenti climatici, con temperature al di sopra delle medie stagionali nei mesi invernali, hanno modificato il ciclo di vita delle varie piante allungandone il periodo di fioritura e di impollinazione che in Italia va generalmente da marzo a luglio. In primavera ed in estate, così, i pollini sono presenti nell’aria in concentrazioni elevate, soprattutto nelle giornate calde, assolate e ventose.
Essendo potenti allergeni, in soggetti predisposti i pollini causano la comparsa di reazioni allergiche. La maggior parte delle allergie sono imputabili a pollini prodotti da alberi come il cipresso, la mimosa, l’ulivo, la parietaria, le graminacee, le betulle, i faggi, le querce ed i noccioli.
I sintomi dell’allergia ai pollini
I bambini affetti da allergia ai pollini cominciano a presentare sintomi per alcuni versi simili al raffreddore: prurito al naso, starnuti frequenti, naso che cola (con secrezioni in genere più liquide rispetto a quelle del raffreddore virale), occhi gonfi che lacrimano, tosse. Può esserci anche prurito agli occhi e congiuntivite, che crea difficoltà a guardare la luce. In questi casi si parla espressamente di rinite allergica. Nei casi più gravi, infine, si può arrivare all’asma bronchiale.
Alcuni studi recenti hanno dimostrato che i bambini colpiti da allergia ai pollini hanno manifestato una riduzione del rendimento scolastico e, nel periodo critico, i sintomi possono anche interferire con le attività quotidiane ed avere un impatto sulla qualità della vita provocando inoltre insonnia, irritabilità ed affaticamento.
Come si fa la diagnosi e come curare l’allergia ai pollini
Se si sospetta un’allergia, conviene far visitare il bambino, su consiglio del pediatra curante, dall’allergologo. La verifica avviene tramite semplici test cutanei, il prick test, in cui in pratica vari allergeni vengono messi in contatto con la pelle del bambino, per poi valutare eventuali reazioni. Solo in casi particolari si effettua un esame del sangue per verificare la presenza di anticorpi contro determinati allergeni.
Per quanto riguarda la cura, esistono due possibilità:
1.Evitare il più possibile l’allergene
Evitare del tutto la presenza dei pollini è una situazione praticamente impossibile però si possono tuttavia evitare le situazioni più critiche – per esempio una gita in campagna in una giornata assolata e ventosa – e prendere qualche accorgimento per ridurre l’esposizione, come tenere chiusi i finestrini dell’auto.
2. La terapia farmacologica
Per attenuare i fastidi, i farmaci che funzionano meglio, limitandoli però allo stretto necessario, sono i cortisonici in spray per via nasale. Una buona alternativa sono gli antistaminici per bocca, da utilizzare per tutto il periodo della manifestazione sintomatica. Entrambi i tipi di farmaci devono essere assunti solo dietro indicazione dello specialista allergologo.